
Immagini rubate di Deano Sutter, le celebrità fra poser e passaporti falsi
Il 30 luglio del 2021 il “life coach” (una sorta di motivatore) statunitense Deano Sutter ha pubblicato uno stesso post su Facebook e Instagram (dove ha oltre 20mila follower) con l’immagine di un passaporto. Il documento era irlandese e il nome riportato era Elbert Raie. Ma la foto sul passaporto era dello stesso Sutter. Qualcuno aveva rubato uno dei suoi scatti pubblici.

Il post di Sutter con l’immagine del passaporto falso
Non era la prima volta che il coach subiva un’usurpazione di identità. “E ci siamo di nuovo. Oggi sono irlandese…”, scriveva nella descrizione del post. “Sono stato contattato un’altra volta da qualcuno che dice che questo Elbert Raie si spaccia per me (gurdate l’immagine). Questa è la 4° volta che una donna diversa mi ha riferito di questo individuo”.
“Ma questa è nuova”, concludeva Sutter. “Un passaporto irlandese che invia alle donne per provare di essere reale… wow”.
Usare i dati di qualcun altro (incluse le foto) per ottenere vantaggi economici o conquistare la fiducia di sconosciuti è un crimine comune. Ed è un problema soprattutto per le figure pubbliche che espongono le loro informazioni personali. Come agiscono i truffatori?
L’idolo Sutter, una cyber indagine
Summary of contents
Passaporti falsi
Il documento finto di Sutter non è un’eccezione. Il sito di notizie Daily Record ha descritto alcuni casi simili.
Nel febbraio del 2021, dei fan hanno segnalato un imbroglione che diffondeva online un passaporto contraffatto dell’attore scozzese Gerard Butler (con il suo vero nome) per ingannare gli utenti dei social media in chat private.

Il passaporto falso di Gerard Butler, pubblicato dal Daily Record
Nel febbraio del 2022, un altro attore scozzese, James Mcavoy, ha detto ai suoi ammiratori che una persona stava tentando di rubare la sua identità: “Qualcuno che si spaccia per me usa questo passaporto falso come prova”, ha dichiarato su Instagram, pubblicando la foto del documento. “Non sono io”. Anche questa volta, il truffatore usava il vero nome e la data di nascita della star.
Contraffare i documenti
Contraffare un documento online non è difficile. Si possono trovare siti internet, come picturando.com, che offrono servizi di generazione di passaporti finti. “Crea passaporti internazionali finti. Seleziona lo stato (USA, Regno Unito, Italia, Argentina, Paesi Bassi, etc.), aggiungi la tua foto e i tuoi dati, e ottieni passaporti gratuiti in alcuni minuti”, si spiega sul sito. “Scaricali gratuitamente e condividili sui social come scherzo”.
Probabilmente, questi ultimi truffatori non hanno usato i documenti per identificarsi in controlli ufficiali. I dati utilizzati sono quelli delle star, rendendo difficile qualsiasi simulazione. Eppure, nel caso di Deano Sutter, il nome sul passaporto era diverso, consentendo usi pericolosi.
Aprire un conto bancario online richiede questo tipo di documenti; i team antifrode che li controllano non sono consapevoli del viso reale dei clienti o del viso di figure pubbliche usato sul passaporto; si può così aprire un conto con un nome falso e una foto finta. Ma il furto di identità va anche oltre.
Truffatori abituali e poser
Sutter ha anche postato una storia su Instagram titolata “Truffatori” (e l’ha aggiunta fra gli highlights). Ha voluto spiegare che certe persone, sui social, si spacciano per lui per diversi motivi. “Se sei una donna, credi che ti stia contattando e stai tentando di inviarmi denaro per un biglietto aereo o per un visto, non te l’ho chiesto io”, dice nella clip. “Sei stata truffata”.
In effetti, gli impostori di solito rubano immagini delle star (che ispirano fiducia) per approcciare persone sconosciute e chiedere loro amicizia, denaro o aiuto. “Poser” è il nome dato a questi individui che usano le foto e le informazioni di qualcun altro sui social network, spesso per ingannare altri utenti.
Come reagire a questa pratica è un problema anche per le celebrità. “Ogni volta che contatto Facebook e Instagram, non fanno niente”, si lamenta Sutter. Per questo, stava lavorando con l’organizzazione ScamHaters United. “Quando trovi un account finto, condividi il suo profilo con me”, chiedeva ai follower, “in modo da inviarlo all’organizzazione. Loro hanno una linea diretta per aiutarmi”.
ScamHaters United e un gruppo Facebook
ScamHaters United è stata fondata nel Regno Unito ma ora ha un team internazionale che aiuta tutte le vittime di truffe. Il profilo Facebook descrive il problema. “Ci sono ogni giorno migliaia di persone contattate da TRUFFATORI. Usano foto rubate e nomi falsi, si dicono innamorati di te, vogliono sposarti e ti chiedono del denaro. QUESTE SONO TRUFFE. TRUFFATORI CHE VOGLIONO DENARO E INFORMAZIONI”.
Anche i social media stannto tentando di formare i loro anticorpi. Il gruppo Facebook pubblico “Report fake profiles and pages – Facebook community” raccoglie comunicazioni su profili finti da parte di tutti gli utenti, per chiedere la rimozione dalla piattaforma degli account sospetti.
Il 23 agosto l’utente John Moody ha segnalato sul gruppo un profilo finto della modella americana Morgan Ketzner, con alcuni screenshot di una conversazione intercorsa col truffatore: “Attenzione alle truffe con pagine finte di Morgan Ketzner su Instagram, mi hanno inviato immagini esplicite di Morgan”.
Qualche mese prima, il 28 marzo, l’utente Ottiero Filibustieri aveva segnalato l’account col nome “Anna Cipriani” che si serviva di foto rubate della stessa Morgan Ketzner. Sembra un poser: qualcuno che sfruttava le immagini di una bellissima celebrità senza spacciarsi per lei.

La segnalazione del poser di Morgan Ketzner
Il nostro Elbert Raie ne è un altro esempio?
I nomi
Il post di Deano Sutter con l’immagine del passaporto finto ha aluni commenti pubblici su Facebook. L’utente Jaclyn Swindell ha informato Sutter di aver “appena iniziato a parlare con te su Tinder e mi hai appena chiesto soldi”. L’utente Sherry Schutz dice al coach di essere “stata recentemente truffata da un uomo che usava le tue foto. Attento che ce n’è un altro. Questa volta con me ha usato il nome “Gabriel Luiz”.
Una rapida ricerca di “Gabriel Luiz” non mostra risultati significativi. E’ un nome molto diffuso in Paesi latini, e le indagini sui social danno centinaia di risultati.
Ma Elbert Raie è meno comune. Se si scrive quest’accoppiata nome-cognome su Instagram, appare una lista con pochi account. Due di questi hanno come immagini profilo foto molto somiglianti a Deano Sutter. Può essere un sosia? L’icona del coach può diventare un’indizio per la nostra indagine.
I profili di Elbert Raie
Il primo
Il primo profilo di Elbert Raie è “@elbert_raie_3”. E’ un account privato: significa che alcune informazioni non sono pubbliche. Ha 3 post, 0 follower, 75 profili seguiti. La foto profilo è visibile.

Screenshot di @elbert_raie_3
Strumenti online fondamentali per indagare su questi elementi sono le Ricerche Inverse delle Immagini. Sono fornite dai vari motori di ricerca (la più popolare è quella di Google). Aiuta a scoprire velocemente corrispondenze visuali simili scovate in tutto il web. Si trascina l’immagine che si vuole analizzare e il servizio elenca i riscontri o addirittura la fonte da cui potrebbe provenire.
La foto del profilo di “@elbert_raie_3” non mostra connessioni nella ricerca inversa di Google. Ma quando si chiede l’origine della foto, lo strumento reindirizza al profilo Instagram di Sutter. L’immagine era stata postata circa 23 settimane fa dall’account reale del coach statunitense.
Il secondo
Il secondo profilo di Elbert Raie, “@elbert_raie_”, invece è completamente pubblico. Ha 4 post, 5 follower e 36 profili seguiti. Tutti i 4 post sono foto con il viso di Sutter. Nessuna di queste fornisce risultati con la ricerca inversa di Googe. Ma la foto del profilo sì.
Facendo una ricerca su quest’ultima con lo strumento di Google, si viene reindirizzati ad un profilo di TikTok: “narubertchaudon48”, con 186 profili seguiti, 120 follower e 0 like. La sua descrizione è una frase esplicativa: “Ho bisogno di una donna che mi possa sposare per sempre”. E’ un altro poser.

Il poser di Sutter su TikTok
La foto del passaporto
Possiamo analizzare un’ultima immagine: quella incollata sul passaporto finto di Sutter. Una ricerca inversa su Google mostra alcune possibili fonti della foto.
Il primo risultato è il sito di Cal’s Game Night. Si tratta della “società di organizzazione di serate di gioco classificata prima negli Stati Uniti”, recita la sua descrizione. “Più di 12 anni di serate di gioco per società della lista Fortune 500 e diversi eventi privati in tutto il Paese e a livello internazionale!”, dichiara il sito. Cal’s Game Night è orgogliosa di mostrare i suoi ospiti: fra di loro c’è Sutter, presentato attraverso la sua foto ora sotto analisi.
Il secondo riscontro è il sito di un fotografo: Drew Evarts. L’immagine di Sutter è pubblicata con quelle di altre star come un esempio dei lavori del ritrattista.
La terza fonte è il profilo Instagram autentico del coach statunitense. La foto era stata pubblicata circa 430 settimane fa (circa 8 anni). Nella descrizione, Sutter ringrazia lo studio di fotografia Drew Evarts per il grande scatto.
Queste immagini sono facili da sfruttare: click con il tasto destro del mouse, salvataggio e successivo copia-incolla.
Furti di identità
Ottenere informazioni online di figure pubbliche è semplice. La bassa protezione nelle impostazioni privacy delle loro foto sui social network è una caratteristica chiave. Usare questi ritratti con nomi diversi, informazioni personali sbagliate, storie di vita fittizie non è complicato. Ma è comunque un reato.
Oltretutto, sono possibili usi più preoccupanti. L’organizzazione statunitense AARP ne ha da poco illustrato uno, che ha come obiettivo i teenager. “Il poser chiede alla vittima una sua foto nuda — magari prima inviando un’immagine che dice di essere di sé stesso (ma non è così). Se la vittima accetta, il criminale minaccia di inviare le immagini compromettenti alla famiglia o agli amici del malcapitato, a meno che non si paghi una somma in denaro”.
Le piattaforme dei social media hanno difficoltà nell’affrontare questo problema. Gli utenti devono stare molto attenti alle persone con cui chattano.